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Accordo Svizzera-UE, concentrarsi sui contenuti

Opinione Liberale 04 ottobre 2019


Voci da Palazzo / CRISTINA MADERNI / Granconsigliera PLR


Noi svizzeri abbiamo nel tempo dimostrato di saper costruire benessere e coesione sociale in patria grazie anche ad una rimarchevole apertura al dialogo con l’esterno. La scelta di non aderire all’Unione europea o allo Spazio economico europeo non contraddice questa nostra tradizione. Determina invece la necessità di ricercare appropriate vie di collaborazione con Bruxelles. La soluzione è stata individuata nell’intensificazione della via bilaterale, che per definizione si basa su accordi politici fra due attori paritari e consenzienti. Una soluzione che ha dimostrato di funzionare. In tempi recenti ci dobbiamo però confrontare con movimenti di opinione e con iniziative che mettono in discussione quanto fino ad oggi costruito. Per chi, come noi liberali radicali, ritiene che il benessere della Svizzera e del Ticino possa essere mantenuto solo proseguendo su una via che affianchi apertura e dialogo alla difesa delle nostre istanze, è il momento di alzarsi per difendere la via bilaterale. È questo il motivo per cui ritengo che l’accordo quadro vada prima adeguato nei contenuti, poi sottoscritto. È ancora questo il motivo per cui condivido la bocciatura da parte del Consiglio nazionale dell’iniziativa “per una immigrazione moderata”, volta ad annullare la libera circolazione con l’Unione europea e di conseguenza destinata a mettere a serio repentaglio la sopravvivenza della via bilaterale stessa. Portare il paese ad un salto nel buio in stile Brexit significa mettere a rischio il sistema di interscambio economico, scientifico e culturale che abbiamo così faticosamente costruito, il che giudico avventato. Questo non comporta in alcun modo il disconoscere l’urgenza di affrontare i problemi del mercato del lavoro ticinese. Significa invece non cedere alle facili lusinghe del populismo e lavorare per risultati concreti.


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