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Ridare slancio all'attrattività del Ticino

Immagine del redattore: Cristina MaderniCristina Maderni

La Regione, 21 marzo 2024 di Cristina Maderni, Vicepresidente della Cc-Ti



"La riduzione dell'aliquota massima dell'im­posta sul reddito è una modifica che si at­tende dal 1978, l'anno dell'ultima revisione -ricorda Cristina Maderni, Vicepresidente del­la Cc-TI e Gran Consigliera del PLR. Se que­sto è un elemento centrale e improrogabile della riforma In votazione il 9 giugno, va anche sottolineato che essa offre dei van­taggi per le famiglie, i lavoratori, per i giovani, i pensionati e per la continuità aziendale. Inoltre, scongiurerà un aumento delle im­poste per tutti".


Perché è indispensabile la riduzione di questo aliquota, contro cui si concentra l'opposizione della sinistro che lo ritiene sola un "regalo ai ricchi"?

Per la semplice ragione che il Ticino ha bi­sogno cl contribuenti facoltosi. Senza Il get­tito fiscale da loro garantito ci sarebbero molte meno risorse per la socialità e per gli investimenti con il rischio di un aumento della pressione fiscale per tutti. Oggi un 3% di contribuenti paga il 40% circa del gettito fiscale delle persone fisiche, con aliquote che superano il 40%; I 767 globalisti registrati in Ticino nel 2022 hanno versato nelle casse di Comuni, Cantone e Confe­derazione 183,5 milioni di franchi. Non possiamo fare a meno di queste risorse, eppure rischiamo di perderle. Con un'aliquota d'im­posta sul reddito così elevata è inevitabile che i grandi contribuenti pensino di trasfe­rirsi laddove trovano una fiscalità più van­taggiosa. È altrettanto sicuro che i grandi manager e i dirigenti aziendali, quelli che decidono l'ubicazione delle imprese siano attenti alla fiscalità delle imprese come pure di sé stessi, e che oggi siano poco attratti dal Ticino.


Per i promotori del referendum con la riduzione dell'aliquota per gli alti redditi si continuano a favorire solo i residenti più benestanti.

Né I contribuenti più ricchi né le imprese in tutti questi anni hanno ricevuto favori di sor­ta. lo dimostra lo studio della SUPSI, pre­sentato qualche settimana fa, sul confronto intercantonale per le Imposte dirette nel 2024. Ebbene, il Ticino si colloca al 22eslmo posto per l'imposta sul reddito, con il 40,5% contro il 22.25% di Zugo che ha Il prelievo più basso. Per l'imposta sull'utile siamo an­cora oggi meno competitivi: 24esimo posto con il 23,9% rispetto al 13,5% di Zugo, mentre per l'imposta effettiva sull'utile sia­mo al 24eslmo posto con Il 19,3%. contro I11,9%di Zugo. Molto più alta pure l'imposta sul capitale che colloca il nostro Cantone nella 22esima posizione con il 2,9%. Per chi li vuole capire sono dati allarmanti, pur con­siderando che dal 2025 l'aliquota cantonale per le persone giuridiche si ridurrà dal'8% al 5,5%. Molti Cantoni per attirare buoni con­tribuenti hanno alleggerito la pressione fi­scale, noi, invece, siamo rimasti fermi col rischio di perderli o di non incoraggiarli a trasferirsi In Ticino. Con questa riforma non diventeremo un paradiso fiscale, si cerca semplicemente di riavvicinarci alla medi.1 nazionale della pressione tributaria.


Per la sinistro, però, non c'è uno fuga di ricchi contribuenti. Cosa replica al riguardo?

A smentirla ci sono i dati forniti dal Con­siglio di Stato: tra il 2018 e il 2022 ben 395 grandi contribuenti, con redditi o so­stanze imponibili che vanno dal 500mila ai 5 milioni di franchi hanno trasferito Il loro domicilio fiscale fuori Ticino. Negli stessi anni ne sono arrivati 190. Dunque, un saldo negativo di 205 grandi contri­buenti e una perdita di circa 10 milioni di franchi all'anno di gettito fiscale.


Parlare di ridurre le aliquote per le persone fisiche, bloccate da 50 anni, da noi è un tabù inviolabile, come mai?

Penso si tratti soprattutto di una posizione ideologica, frutto di una visione classista della società poco realistica e per nulla prag­matica, rispetto un sistema fiscale che, pe­raltro, favorisce molto i redditi più bassi, pe­nalizza quelli più elevati e con ben 40mila persone del tutto esentasse. la battaglia della sinistra contro la diminuzione dell'a­liquota, rischia cl ridurre tutto ad uno scon­tro sul fisco, quando in realtà c'è in gioco il grande problema di rilanciare I fattori di competitività e attrattività del rostro Can­tone per garantire a tutti un futuro di be­nessere e sicurezza economica.

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