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  • Immagine del redattoreCristina Maderni

La riforma fiscale necessaria

Corriere del Ticino 09 novembre 2019


L’OPINIONE / CRISTINA MADERNI / deputata PLR in Gran Consiglio


Il 14 novembre il Gran Consiglio ha approvato con ampio consenso (53 sì e22 no) il rapporto di maggioranza della Commissione gestione e finanze sul messaggio governativo del 10 luglio, adeguando la normativa cantonale alla recente riforma fiscale federale. Sono stati pure accolti due emendamenti, finalizzati il primo a chiarire l'esenzione delle operazioni di export dall'imposta di bollo cantonale e il secondo a favorire un maggior riversamento della quota di partecipazione all'IFD a favore dei Comuni. È mia convinta opinione che si sia trattato di un passo non solo opportuno, ma anche inevitabile, in quanto funzionale alla mitigazione dei rischi che il Ticino fronteggia in conseguenza dei nuovi scenari di concorrenza fiscale internazionale e inter cantonale. Produrre e distribuire la ricchezza che sappiamo essere necessaria per supportare l'elevata socialità del nostro cantone ci impone infatti di combattere e scongiurare la disaffezione di importanti categorie di contribuenti, siano essi persone giuridiche o fisiche.


La prevista, graduale riduzione dell'aliquota cantonale sui redditi delle persone giuridiche e del moltiplicatore cantonale non si limita solo ad ammortizzare l'impatto della riforma federale su quelle imprese che dal 1.gennaio 2020 non godranno più di statuti speciali, rendendo verosimilmente sopportabile e scoraggiando delocalizzazioni affrettate. Contribuisce soprattutto a stimolare tutte le rimanenti aziende del cantone, da sempre tassate in via ordinaria, a mantenere o auspicabilmente a aumentare fatturato e occupazione in un contesto internazionale che purtroppo mostra segni di rallentamento. Far ricorso ad uno stimolo fiscale e nel contempo garantire a tutte le nostre aziende una fiscalità in linea con le future medie inter cantonali è di conseguenza opportuno, oltre che giusto, anche alla luce dei pesanti aggravi cui le nostre imprese sono state soggette negli ultimi anni. Fra questi, l'inasprimento della prassi fiscale adottata nella valutazione delle azioni non quotate ai fini dell'imposta sulla sostanza e nel trapasso generazionale, l'aumento dei valori di stima degli immobili e l'aggravio della tassazione de i dividendi da partecipazioni qualificate.


La riforma che abbia tuo approvato è quindi utile e opportuna, attenta a non compromettere la sostenibilità di una sana posizione per le finanze del Cantone e dei Comuni, cui vengono attribuite adeguate compensazioni e che inoltre in determinati casi potranno trarre beneficio dalla possibilità di differenziare il moltiplicatore fra persone giuridiche e fisiche. L'equilibrio finanziario è un tra­guardo complesso da raggiungere come da mantenere: il costo del non far niente o del fare troppo poco potrebbe risultare assai superiore a quello della riforma fiscale. li non agire avrebbe inoltre significato rinunciare a stimolare l'economia e l'innovazione e rinunciare a priori al tentativo di attrarre nuovi contribuenti oltre che di trattenere quelli già presenti, ma che da tempo mostrano segni di insofferenza. Sono questi i motivi per cui chi, come me, è vicino al mondo del lavoro e si occupa quotidianamente di fiscalità non può che salutare l'avvenuta approvazione conte un passo destinato a potare benefici a tutti. Resta la minaccia, se non la certezza, del ricorso al voto popolare contro una riforma che invece dovrebbe costituire un patto di Paese. Un ricorso che giudico essere basato sull'ideologia e non sui fatti. Invito con forza chi crede in questa riforma a battersi fino in fondo perla sua attuazione.


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