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Il lavoro e il risparmio da sostenere e salvare

Corriere del Ticino 10 aprile 2020


L’OPINIONE / CRISTINA MADERNI / deputata PLR in Gran Consiglio


Il coronavirus spaventa e non solo per la difficoltà di difendere la salute di tutti noi cittadini, che pure resta il tema prioritario. La crisi rischia di estendersi dal la sanità del Paese alla fiducia nel futuro dei suoi cittadini e quindi alla sua economia, punti nevralgici della società civile. La spirale va spezzata: non si deve consentire che la pressione su liquidità e reddito si trasformi in una crisi del lavoro, del consumo e dell'investimento e neppure in una crisi del rispam1io. Intendo il risparmio del lavoratore medio, del pensionato, della famiglia, accumulato con fatica nel tempo, sia tramite previdenza pensionistica, sia in modo diretto. Un patrimonio su cui far conto nella vecchiaia e nelle emergenze, ma che è penalizzato da anni di tassi negativi che lo hanno orientato verso strumenti sempre più a rischio, che oggi segnano importanti perdite di valore.


Lavoro, investimento e risparmio vanno dunque difesi con ogni mezzo e con urgenza. Governi e banche centrali se ne sono resi conto e hanno predisposto strumenti di breve temine per affrontare i primi ostacoli, garantendo liquidità alle imprese e sostenendo finanziariamente chi oggi non può lavorare in quanto gli è vietato per decreto. I provvedimenti sul lavoro ridotto adottati sono utili, ne andrebbero rivalutati i parametri per i titolari e soprattutto per gli indipendenti, sappiamo che a Bema sono al lavoro sul tema. Funzionale per l'implementazione di questa prima fase si è rivelato l'operato del settore finanziario. In particolare, ma non solo, del sistema bancario, che ha risposto bene all'appello.


Come nota il Financial Times, contrariamente al 2008, i banchieri non sono gli imputati della crisi, bensì uno degli elementi necessari per combatterla. Questo è stato particolarmente vero in Svizzera, dove il programma di finanziamento garantito dalle fideiussioni federali si è messo rapidamente in marcia. Da noi le banche stanno operando bene, il che non è scontato, a giudicare da quanto invece avviene negli Stati Uniti, dove gli istituti locali non si sono mostrati in grado di erogare nei tempi promessi i fondi del programma da 350 n1iliardi di dollari rivolto alle piccole imprese. Anche noi fiduciari abbiamo fornito il nostro contributo, lavorando in prima fila e in condizioni non facili nell'istruzione delle pratiche del lavoro ridotto a favore delle imprese nel caso dei con1ntercialisti e nel la difesa del patrimonio dei risparmiatori in quello dei gestori patrimoniali.


Aver dato liquidità di breve termine al sistema costituisce però solo il primo passo: l'occupazione va corroborata e difesa nel lungo termine tramite programmi mirati di sostegno all'investimento e al consumo. Programmi pubblici che si dovranno accompagnare a responsabilità individuale dei datori di lavoro di tutti i settori, compreso il comparto finanziario, che dovrà riflettere su come evitare ulteriori piani di ristrutturazione.


Le misure attuate per la liquidità a breve sono solo il primo passo

Sappiamo che vi sono importanti rami economici che rischiano: turismo, ristorazione e artigianato per citarne alcuni cruciali per il Ticino. Più in generale, tutte quelle imprese piccole o grandi che temono di dover ridurre il persona le a fronte di attesi cali di fatturato. Nel medio termine, la politica monetaria e i prestiti garantiti non saranno sufficienti a rimettere l'economia in marcia e a difendere i posti di lavoro. E già in corso l'analisi degli strumenti necessari a supporto della seconda fase, quella appunto dello stimolo al consunto e all'investimento, che dovrà comportare un mix di azioni rivolte agli individui come alle aziende.

Unendo i provvedimenti pubblici al senso civico dei privati potremo combattere evincere una crisi economica che altrimenti sarebbe destinata a condizionare le nostre vite troppo a lungo. Potremo inoltre preservare il risparmio del cittadino a difesa della sua famiglia e di una sua serena vecchiaia.


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