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Immagine del redattoreCristina Maderni

Dipendenti pubblici massimo l'1.3% della popolazione residente

La Regione, 3 ottobre 2024 di Jacopo Scarinci



Un gruppo di rappresen­tanti del fronte borghese e del mondo economico formula il testo. Obiettivo: 'Ridurre di 580 unità il personale in cinque anni'

l numero dei dipendenti pubblici, esclusi i docenti e il personale impiegato presso l'Organizzazione so­ciopsichiatrica cantonale (OSC) ambiti legati alla Legge sulla scuola o a un tema «molto delicato». non dovrà superare l'1.3% della popolazione residente. Con il conto che è presto fatto. Nel 2023 in Ticino c'erano 357'720 persone, per 5'189 al lavoro nell'Ammi­nistrazione cantonale (sempre esclusi docenti e per­sonale OSC). Troppi, per il comitato promotore dell'i­niziativa popolare "Stop all'aumento dei dipendenti cantonali che si è presentato ieri alla stampa e che ha pronta la sua ricetta. Stando allo studio commis­sionato all'Idheap di Losanna nell'ambito dell'anali­si sulla spesa è emerso che in Ticino per il personale si spende il 3.3% in più rispetto alla media intercanto­nale. Troppo, per il comitato promotore. Che fissa nella sua proposta all'1.3% della popolazione resi­dente il numero massimo di dipendenti pubblici por­tando, quindi, a una diminuzione del 10% entro cin­que anni.


'Le imposte delle persone fisiche non bastano a pagare i loro salari'

È questo, stringendo, l'obiettivo di un gruppo di espo­nenti politici di Udc. Lega. Plr e Centro - tutti a titolo personale, tranne il movimento di via Monte Boglia che ha già dato la sua adesione - e del mondo econo­mico rappresentato da Aiti e Camera di commercio. Parte snocciolando numeri il primo firmatario, il consigliere nazionale e presidente cantonale del­l'Udc Piero Marchesi: «Il debito pubblico continua a crescere in maniera allarmante ed è dovuto a una spesa fuori controllo che denunciamo da tempo». E in questa spesa. attacca frontalmente Marchesi, «tra le voci più importanti c'è quella per il personale. Nel 2020 era poco più di un miliardo, nel 2028 è prevista a 1.24 miliardi: il 16% in più». Il primo firmatario dell'i­niziativa offre anche una traduzione pratica di que­sti numeri: «Più della metà dell'introito che arriva dal gettito fiscale viene bruciato per pagare gli stipendi nell'Amministrazione pubblica. Se togliamo le per­sone giuridiche, con le imposte pagate dalle persone fisiche non si riesce nemmeno a pagare i salari dei dipendenti pubblici: così non si può più andare avan­ti». Marchesi mette le mani avanti: «Non siamo noi i soli a ritenere che siano troppi: anche lo studio dell'I­dheap attesta che il Ticino spende più del 33% della media intercantonale». E da questa spesa. per i pro­motori, non c'è alcun vantaggio. Da qui la proposta con un'iniziativa. Marchesi dixit. «molto moderata». dal momento che «lascia al Consiglio di Stato i mar­gini di azione per portarla a compimento, se appro­vala dal popolo, e considerando il fatto che ogni anno partono circa 300 persone. In cinque anni il conto fa 1'500 noi chiediamo di andare indietro di 580 attra­verso non sostituzioni e fluttuazioni interne. Mica siamo estremisti».


Frapolli: 'Serve visione d'insieme'

Per il vicecoordinatore della Lega Gianmaria Fra­polli «le finanze cantonali sono in grave difficoltà e dobbiamo interrogarci su come risparmiare, e non è più accettabile che metà del gettito finisca per il per­sonale. Un'azienda normale in queste condizioni sa­rebbe in crisi». L'obiettivo, riprende Frapolli, «non è entrare a gamba tesa e licenziare, ma ragionare sulle partenze, sui ricollocamenti interni... L'abbiamo chiesto tante volte. ma la spesa è sempre e solo au­mentata». Per il vicecoordinatore leghista però la strada è una sola: «Si smetta di ragionare, governo in primis, per compartimenti stagni. Serve una visione d'insieme. un ragionamento che superi gli steccati per risolvere insieme la situazione e per ricostituire il rapporto di fiducia tra Stato e cittadino oggi un po' traballante». Per Frapolli, infine, qualcosa si può fare anche sull'assenteismo dei dipendenti pubblici: «La media per persona è di 14.09 giorni, sono quasi tre settimane ogni anno. Non è un tasso naturale o nor­male nell'economia privata Non metto in discussione, ma chiedo che il tema venga approfondito. Già ri­ducendolo della metà si risparmierebbero decine di milioni l'anno».


Maderni: 'Così meno burocrazia'

A nome della camera di commercio di cui è vicepresidente, la deputata del Plr Cristina Maderni va drit­ta al punto: «I cittadini, la politica e le associazioni economiche sono fortemente preoccupati per la spi­rale negativa che sta prendendo il deficit del Canto­ne. Dobbiamo agire subito sul contenimento della spesa e bisogna per forza toccare il tasto dolente del personale: famiglie e imprese in questi anni hanno cercato di ridurre i costi, ora deve farlo anche il can­tone». Secondo Maderni i benefici per l'economia «non si fermano a mere questioni di conti, ma arrive­ranno anche dal fatto che se lo Stato ha processi più efficienti e usa meglio le proprie risorse ne guada­gnano tutti, e meno opportunità nel settore pubblico saranno un incentivo affinché più persone arrivino a creare imprese stimolando innovazione e crescita. Meno dipendenti pubblici vuol dire meno burocrazia e servizi più efficaci per le imprese, significa ridurre il carico fiscale a persone fisiche e giuridiche con uno Stato che non si contrappone all'economia togliendo risorse al settore privato».


Padlina: 'Iniziativa strumento giusto'

A ruota il deputato del Centro Gianluca Padlina: «Abbiamo scelto lo strumento dell'iniziativa popola­re perché uno strumento fondamentale, spesso il so­lo che ci permette di incidere nella realtà istituzionale. L'Amministrazione cantonale è una macchina che si autoalimenta. ma negli ultimi anni l'accelerata è stata inquietante». E spesso, conclude Padlina. (l'i­nefficienza si traduce in un freno sia all'iniziativa privata ma anche alle riforme all'interno dello Stato: basti pensare alla digitalizzazione ferma al palo». La realtà con cui si confronta il comitato promotore, però, è un Consiglio di Staito che nell'ultimo preventivo ha deciso un taglio di due dipendenti per Diparti­mento più uno per la Cancelleria. E per un Frapolli che conferma «il bisogno di avere una visione d'insie­me, cosa che non c'è stata con questo dipartimentali­smo», Maderni sorride e affonda: «È stato il trionfo della matematica noi proponiamo qualcosa di strut­turale e che rimane nel tempo. Quello che, mi sembra, è stato detto al governo di non aver fatto..». Sipario.

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