Corriere del Ticino 05 ottobre 2023
L’eccesso di burocrazia è un veleno subdolo, dannoso per la società e per l’economia. Deriva da fattori complessi da correggere, quali la sovra regolamentazione, la difficoltà a legiferare in modo lineare, la resistenza al cambiamento dell’amministrazione pubblica. Neppure la transizione tecnologica riesce, al momento, a invertire il trend. Constatazione quest’ultima inaccettabile, alla luce degli investimenti che Confederazione, Cantone e privati destinano alla digitalizzazione e all’intelligenza artificiale. I costi della burocrazia sono troppo elevati, frenano il “fare” rendendolo difficoltoso, incoraggiano il “non fare”, ostacolando la generazione di nuova ricchezza. In un recente monitoraggio condotto sul tema dall’istituto LINK per conto della Segreteria di Stato dell'economia si giunge alla conclusione che, per le oltre duecento mila piccole e medie imprese svizzere,l’eccessiva burocrazia costa oltre sei miliardi di franchi all’anno. A questo si aggiungono i costi per i privati, di cui i cittadini ben sono coscienti, tanto è vero che invitano la politica all’azione. Ricordo a questo proposito una petizione volta ad evitare che lo Stato chieda al cittadino dati ed atti che già possiede. Le stesse imprese intervistate da LINK non si limitano più, come in passato, a raccomandare la semplificazione delle normative, ma invocano la rivisitazione dei processi della pubblica amministrazione, al fine di abbassarne le strutture di costo. Proprio di recente abbiamo avuto un esempio di come la rinuncia a migliorare i modelli organizzativi freni le buone iniziative. Mi riferisco alla legge federale sull’imposizione individuale. Non è ipotizzabile osteggiare una riforma che porta equità fiscale e che favorisce l’emancipazione delle donne solo perché richiederebbe un aumento del personale amministrativo delle divisioni delle contribuzioni. E se invece, come suggeriscono le piccole e medie imprese svizzere, semplificassimo i processi?
Il fenomeno dell’eccesso di burocrazia dunque esiste, ma può e deve essere combattuto e vinto. Numerosi sono gli atti parlamentari presentati al Gran Consiglio negli ultimi anni, fra cui alcuni da parte di chi scrive. La questione però non è facile da risolvere, per cui nuove idee si rendono necessarie. In questo contesto, l’iniziativa popolare “Basta burocrazia!” di recente lanciata dal PLR è utile e opportuna. Il principio costituzionale dell’esecuzione non burocratica delle leggi che l’iniziativa propone costituirà, infatti, un punto fermo, capace di favorire quella rivisitazione dei rapporti fra pubblico e privato di cui la società ha bisogno. Solo così arriveremo all’obiettivo. È questo il motivo per cui sostengo con determinazione l’iniziativa e invito cittadini, imprese e associazioni a favorire il suo successo.
Cristina Maderni, presidente FTAF e parlamentare PLR
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