Corriere del Ticino 25 gennaio 2023
VERZASCA / A larga maggioranza e con il solo «no» della Lega, il Gran Consiglio approva la risoluzione per sollecitare Governo e Segreteria di Stato della migrazione (SEM) a concedere la dimora a mamma e figlia dopo l’appello dell’intera comunità di valle
di Mauro Giacometti
Dopo le oltre 2.700 firme raccolte in Verzasca, mamma e figlia profughe afghane hanno ricevuto anche la concreta solidarietà e appoggio alla loro causa dal Parlamento cantonale. A larga maggioranza, ma non all’unanimità, perché la Lega ha votato contro. La risoluzione urgente che chiedeva a Governo e Segreteria di Stato della migrazione (SEM) il riesame della domanda d’asilo delle due donne afghane ospitate in Verzasca, è stata approvata in Gran Consiglio con 54 voti favorevoli, 16 contrari e quattro astensioni. Una risoluzione, a dire il vero, anticipata dagli eventi poiché la Sezione della popolazione, dunque il Consiglio di Stato, lune-dì aveva già scritto una missiva a Berna affinché le autorità giudiziarie federali prendessero in considerazione il caso umanitario delle due donne, in fuga da cinque anni dall’Afghanistan e approdate in Verzasca. Valle che s’è stretta attorno a loro per evitare che venissero rispedite, per la seconda volta, in Slovenia, primo paese dell’area Schengen dove erano state registrate come rifugiate.
«Questa è una storia di sofferenza e grandissima determinazione di una mamma che non si piega, resiste, va avanti. E della determinazione di una comunità che accoglie lei e sua figlia con calore, rispetto e umanità», ha detto Fabrizio Sirica (PS) primo firmatario della risoluzione. Sulla stessa linea di Sirica gli interventi dei capigruppo Cristina Maderni (PLR) Maurizio Agustoni (Il Centro), Laura Riget (PS) e Samantha Bourgoin (Verdi), più altri interventi a titolo personale (Carlo Lepori, Tamara Merlo, Roberta Passardi). Oscar Balli, capogruppo della Lega, invece, sottolineando innanzitutto come il Consiglio di Stato aveva già ottemperato alla risoluzione, ha ribadito che «non è giusto che la politica faccia pressione sul potere giudiziario». Ma la destra non è stata compatta nel dire no. Sergio Morisoli (UDC), ad esempio, ha approvato la sollecitazione di Governo e SEM: «Voto sì perché sono due esseri umani e sono pronto a votarne anche altri quando verranno presentati in questo modo».
Il punto sul ricorso
Dopo il dibattito abbiamo sentito l’avvocato Paolo Bernasconi, che con la sua Fondazione Azione Posti Liberi ha assistito le due donne nel ricorso contro la non entrata in materia decisa dalla (SEM) che ci ha fatto il punto della situazione. «Abbiamo chiesto e ottenuto dal Tribunale amministrativo federale, che ha concesso l’effetto sospensivo, che questo provvedimento di sospensione dell’espulsione dalla Svizzera fosse mantenuto fino alla conclusione della procedura di richiesta d’asilo, dunque sino alla sentenza definitiva del Tribunale federale. Il che significa che, considerando i tempi della giustizia svizzera, le due profughe potrebbero rimanere nel nostro Paese almeno un altro anno», precisa Bernasconi. «Alla stessa SEM, invece, abbiamo avanzato la richiesta del riesame dell’incarto, come del resto prevede la legge. Ma a questa nostra istanza non c’è stata alcuna risposta». Segreteria di Stato che, evidenzia sempre il legale delle due donne, non ha nemmeno fatto pervenire le sue osservazioni sull’effetto sospensivo».
Intanto a Berna tutto tace, conferma Paolo Bernasconi, legale delle due donne rifugiate
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